Si mostrava che non erano più necessarie, così perchè gl’infedeli non faceano più scorrerie con legni sottili, come perchè le spiaggie erano abbastanza munite di forti, e di fortezze difese dalle agguerrite truppe, ch’erano alla guardia del regno. Si facea quindi rilevare, che l’abolizione di queste superflue milizie giovava allo erario del sovrano, che si trovava aggravato nel mantenerle, ed era di sollievo alle comunità, le quali soffrir soleano enormi incomodi, spezialmente dagli uffiziali, i quali, ad ogni menomo pretesto di chiamare a rivista i soldati, esigevano da’ medesimi delle tasse per esentarli: e li obbligavano a presentarsi, per più angariarli, ne’ tempi ne’ quali le loro braccia erano necessarie per l’agricoltura (2197). Ponderate queste valide ragioni, si determinò finalmente il reale animo di Cesare ad isgravare di questo peso il suo erario, e le università; e scrisse al vicere, che qualora fosse fatta qualche offerta dal regno per redimersi da’ danni, che le città, e le terre soffrivano da codeste milizie, egli sarebbe divenuto ad accordare la richiesta abolizione. Stimò il marchese di Almenara di convocare a questo oggetto un parlamento straordinario, e ne intimò l’apertura agli 11 di agosto, nel qual giorno propose agli ordini dello stato, qual fosse la volontà dell’augusto sovrano. Radunatisi questi fecero una sola sessione, come suol farsi ne’ parlamenti straordinarî, e a’ 13 dello stesso mese offerirono al sovrano un donativo di quindeci mila scudi annuali per la soppressione delle odiate milizie; e siccome non era giusto, che le spiaggie del regno restassero in alcuni luoghi abbandonate, supplicarono S. C. M. che si compiacesse d’impiegare questo denaro per accrescere le galee (2198). A questo governante furono rese le grazie per quanto si era cooperato a vantaggio della nazione, e furon dati cinque mila fiorini di donativo straordinario, siccome ottennero il solito regalo il suo cameriere maggiore, e gli uffiziali, ed i portieri di camera.
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Cesare Almenara
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