Nonostante la M.S. restò contenta di servirsi delle milizie urbane, ossia de’ collegî degli artisti, e ne mandò l’ordine per via della sua segretaria al pretore. Questi diede le opportune provvidenze per il decretato giorno, e per lo stesso furono anche avvisati dal protonotaro lo arcivescovo di Palermo, i prelati, la nobiltà, il senato, e tutti i parlamentarî, affinchè vi si trovassero presenti. Lo arcivescovo ancora Mr. Basile intimò con suo editto il clero secolare, e regolare, acciò intervenisse all’acclamazione del re, e assegnò al primo, [548] per radunarsi, la parrocchia di S. Niccolò alla Kalsa, e al secondo l’ospedale di S. Bartolomeo, che sta dirimpetto (2303).
      La mattina adunque de’ 30 giugno si viddero di buon’ora squadronati i collegî degli artisti lungo la via del Cassero, da porta Felice sino alla cattedrale, ben vestiti colle loro bandiere, armi, e tamburi, e ripartiti in due fila, dall’una, e dall’altra parte di questa spaziosa strada. Erano le case, che sporgono in essa, addobbate con superbe tapezzerie. Sei archi trionfali erano disposti a luogo a luogo. Tre di questi furono eretti dal senato, l’uno alla porta de’ Greci, il secondo alla porta Felice, e il terzo nella nobile piazza Vigliena, le di cui quattro facciate erano adornate di drappi, e di festoni, e sostenevano la corona reale, ch’erasi inalzata nel centro di quella. Attorno alla medesima erano ripartiti otto cori di musici. Gli altri tre archi erano situati in diversi altri luoghi, l’uno cioè alla chiesa di s. Giovanni de’ Napolitani, il secondo in quella crociera, che va da una parte, cioè dalla destra alla loggia degli orefici, e dalla sinistra alla chiesa di s. Francesco, e il terzo presso il palagio arcivescovale.