Grande fu il giubilo, in cui trovossi la città, dove era arrivato così dal regno, che da oltre mare un prodigioso numero di forastieri, per godere di questa solennità, e dell’altra della coronazione, che dovea fra giorni seguire. Dopo desinare passeggiò la M.S. nel Cassero in carrozza, si fermò un pezzo alla piazza Vigliena, dove furono cantati de’ mottetti allusivi a questa fausta occasione, e poi venne alla marina, dove erasi anche preparato un simile trattenimento di musica. Rimbombava l’aria di evviva, e la nazione acclamava, e benediva il nuovo monarca. La sera di questo glorioso giorno, e nelle seguenti fu la città illuminata con diverse macchinette, che gli artisti in segno di amore aveano preparate; ardevano i torchî di cera ne’ palagî dei nobili, e dei ministri, e perfino nella campagna vicina furono osservati fuochi di gioja (2308).
Assai più bella, e magnifica fu l’altra solennità, in cui Carlo III fu unto, e coronato re di Sicilia, la quale accadde a’ 3 del seguente luglio. Noi non c’intratteniamo a descriverla; chi mai ne fosse curioso potrà leggere il pontificale Romano de benedictione, et coronatione regis. Ci contenteremo solo di accennare la pompa, con cui fu eseguita. I preparamenti fattisi nella cattedrale furono magnifici, e stupendi. Fu essa parata nobilmente non solo nella nave, come una volta costumavasi nella festa di s. Rosalia, ma nelle ale ancora. Stavano dipinte in diversi quadroni le coronazioni fattesi in Palermo de’ re di Sicilia, incominciando dal re Ruggiero, sino al re Vittorio Amedeo di Savoja.
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