Ebbe egli un prospero viaggio, giacchè ai 12 di luglio sbarcò fortunatamente nella regia di Napoli.
CAPO XV.
Pietro de Castro, Figueroa, marchese di Grazia Reale presidente del regno per la seconda volta.
Partito il re agli 8 di luglio, il marchese di Grazia Reale, ch’era stato presidente del regno, prima ch’egli venisse in Sicilia, e che era ritornato da Siracusa, venne sul tramontare del sole alla cattedrale nella carrozza del senato, dove incontrato dal capitolo, dalla nobiltà, e dal ministero, ricevette alla porta l’acqua benedetta. Di poi intonatosi il Te Deum, recitate le solite preci, e lettasi la nuova cedola reale, fece il solito giuramento di osservare le leggi, e i capitoli del regno, e i privilegî della città, e prese il solenne possesso della presidenza. Rimontato indi nella carrozza medesima, collo stesso accompagnamento andò alla casa di sua abitazione, ch’era al Papireto, non essendo ancora sgombrato il reale palagio (2314).
L’unico castello, che restava in potere degli Alemanni in Sicilia, era quello di Trapani, dove comandava il conte Carrera. Prima che il re partisse si erano sapute le disposizioni, in cui era questo generale, di rendere quella piazza, la quale non cadde nelle mani degli Spagnuoli, che a’ 27 dello stesso mese di luglio. Nel che fa d’uopo di emendare il p. abate Amico (2315), il quale scrisse, che sulla fine di giugno si era resa, e che tutta la Sicilia, mentre il re Carlo III era nel regno, lo riconoscea per sovrano. Il marchese di Grazia Reale nel giorno seguente al suo possesso partì per Trapani, affine di stabilire gli articoli di capitolazione col generale tedesco.
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