Fu questo anno funesto all’Italia. Il segreto trattato fra lo augusto Carlo VI, e la Francia, che per i suoi privati interessi abbandonò la Spagna, e il nostro re nel più bello delle conquiste, che faceansi in Lombardia, i di cui preliminari furono sottoscritti in Vienna a’ 3 dell’antecedente ottobre 1735, sconvolse l’ordine delle cose, e immerse quelle provincie nelle calamità, che sono inseparabili dalla guerra. Il nostro re, che veniva spogliato de’ ducati di Parma, e di Piacenza, [555] accordati negli articoli di esso trattato allo imperadore, e della Toscana, che si dava in cambio a Francesco Prospero duca di Lorena (2322), fu costretto di spedire al conte di Montemar, che comandava la oste spagnuola, le migliori sue truppe per accrescerla, ora che le era mancato lo appoggio della Francia. Questa fu la cagione, per cui ad assicurare gli stati delle due Sicilie si pensò di arrollare nuove truppe, e di formare de’ reggimenti nazionali. Il primo, che colla intelligenza del marchese di Grazia Reale compì il suo reggimento, fu Antonio Garofalo di Rebuttone, castellano di Palermo, che arrollò seicento uomini. Ne furono benedette le bandiere nella chiesa del monistero di s. Caterina a’ 10 di dicembre da Mr. Lorenzo Gioeni, vescovo di Girgenti, e queste soldatesche partirono tosto per Napoli. L’altro reggimento fu compiuto in questo anno nel mese di luglio da Domenico Alliata, principe di Villafranca, i di cui stendardi furono del pari benedetti. Fu questo detto il real Palermo (2323).
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