In questo istesso anno, e mese si vide innalzata la statua del glorioso monarca Carlo III nella piazza dirimpetto la chiesa della Madonna della Misericordia de’ pp. del terzo ordine di s. Francesco. Se n’era incominciata la fabbrica sin da’ 23 di dicembre 1734, prima che il re venisse in Sicilia, nel qual giorno fu buttata la prima pietra per formarsi lo zoccolo. Si andò poi lentamente a compire questa opera. Fosse piacciuto al cielo, che questo indugio avesse giovato alla sua perfezione; ma lo scultore, di cui si tace il nome, era poco perito nell’arte, che professava. Questo simulacro fu innalzato a’ 22 di luglio, e poi scoperto nel dì seguente alla presenza del marchese di Grazia Reale (2324), duca della Conquista.
Questo presidente del regno non intralasciava intanto di occuparsi nelle cure del governo politico. Era cresciuto allo eccesso il lusso nelle pompe funerali; e siccome la vanità degli uomini non ha mai limiti, così non v’era alcuna distinzione fra quelle dei nobili, e quelle degli altri di minore condizione. Volle dunque questo cavaliere metter freno allo strabbocchevole abuso di queste pompe, non meno nel ceto nobile, che nel civile, e a’ 6 di agosto promulgò una prammatica (2325), con cui regolò gli apparati delle chiese, la quantità delle cere, gli accompagnamenti dei regolari, e il suono delle campane, e particolarmente di quella della cattedrale, che chiamasi volgarmente la Guzza (2326), il di cui lamento è come una caratteristica di nobiltà, la quale paga la somma di cinque once per ottenere che sonasse; somma, di cui profittano il tesoriere, i canonici, e i sagrestani.
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