Era morto carico d’anni, e pieno di meriti il buon principe di Palagonia, Francesco Ferdinando Gravina, ch’era stato designato presidente della giunta di Sicilia, e consigliere di stato. Vacando perciò questa carica, la deputazione del regno, giusta la grazia che le era stata dal re Carlo III accordata, nominò tre soggetti capaci di sostenerla, che fossero, secondo la determinazione reale, baroni feudatarî, fra’ quali ebbe il primo luogo il ridetto marchese di Geraci. Fu questa nomina dal duca della Conquista, che allora governava, mandata al re, il quale scelse il primo nominato, come costa dal viglietto de’ 29 gennaro di questo anno 1737, dallo stesso duca presidente comunicato alla ridetta deputazione (2332). Passò qualche tempo fino che il nuovamente eletto presidente della giunta si portasse in Napoli, giacchè non partì per quella volta, che a 21 dello stesso mese di luglio, dopo di essersi accomiatato da S.E. il principe Corsini.
Fe un grandissimo strepito in Palermo nel [558] seguente mese di novembre il cedolone di scomunica, che a’ 17 dello stesso mese si trovò affisso sulle porte delle chiese di Morreale. Era arcivescovo di questa città il ministro imperiale, cardinal Cienfuegos, il quale risedea presso la santa sede. Noi abbiamo altrove (2333) riferito, come fra le provvidenze date dal duca di Montemar, quando venne a comandare le armi in Sicilia, e ad esercitarvi la carica di vicerè, vi fosse quella, che restassero sequestrate a nome dei fisco le rendite dello arcivescovado di Morreale.
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