Non poterono essere giammai di accordo gli ordini dello stato intorno alle grazie, che doveano dimandarsi: a quando discordava un braccio, e a quando un altro; laonde fu preso lo espediente di notare negli atti del parlamento due classi di grazie, che si dimandavano; l’una di quelle, delle quali i tre ordini dello stato concordemente supplicavano il re, e l’altra di quelle, che si chiedevano da uno, o da due degli ordini, contradicenti due, o il terzo, come può distintamente osservarsi negli atti medesimi (2366). Il principe Corsini contento del donativo straordinario, spedì alla corte gli atti del parlamento colle giustificazioni di coloro, che intorno a’ riferiti punti aveano dissentito. Il re dopo di avere maturamente ponderate le difficoltà, ch’erano nate fra’ parlamentarî, con sua carta de’ 17 febbraio del seguente anno 1742 diede le sue reali determinazioni, ordinando ciò, che gli sembrò più utile al suo real servigio, e alla pace de’ suoi sudditi (2367).
Ingentissime erano state le spese, che si erano fatte dal nostro monarca per mantenere lo esercito, che avea spedito in Lombardia, per agevolare il padre nella conquista del ducato di Milano, e de’ ducati di Parma, e di Piacenza, ed era inoltre tenuto a farne delle altre, per fortificare i suoi porti, e non esporli allo insulto che poco prima avea sofferto dagl’Inglesi (2368); laonde esaurendo di giorno in giorno il suo regio erario, ordinò al principe Corsini nostro vicerè, che intimasse un parlamento straordinario, per ottenere nelle presenti urgenze de’ sussidî da’ suoi fedeli Siciliani.
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