E siccome le occupazioni dei ministri di questo tribunale erano tante, e tali, che non davano loro agio di applicarsi alle materie dei contrabandi, così accadea spesso, che si eternavano le cause, e le decisioni negli appelli, che si frapponeano, non venivano mai a fine, o per lo meno restavano postergati i negozî più considerevoli della camera, se vi si occupavano. Laonde il re, volendo da una parte isgravare i ministri patrimoniali da questo incarico, e dall’altra standogli a cuore di sollecitare gli atti di [571] giustizia a pro del suo fisco, e de’ particolari, che dimandavano dei rimedî da giudizî proferiti dal consultore per il tabacco, e dal giudice della dogana per le altre merci, ai 7 di maggio 1746 eresse un nuovo tribunale, che volle appoggiato a’ due avvocati fiscali della gran corte, e del patrimonio, e ad un giureperito, che stabilì per giudici di queste cause, acciò ricevessero le appellazioni intorno a’ contrabandi. Questo tribunale fu chiamato la giunta dei contrabandi, ed ebbe assegnato un particolare avvocato fiscale. In questa reale determinazione ebbe molta parte il principe Corsini nostro vicerè, il quale promulgò diversi viceregî dispacci, co’ quali si avvisava la istituzione fatta dal re, si prescriveano i termini della giurisdizione di essa giunta, e si regolava il modo, con cui dovea procedere. Questi dispacci sono segnati in Palermo a’ 10 dello stesso mese (2377), e sono registrati nel tomo secondo delle sicole sanzioni raccolte dal Gervasi (2378).
Un’altra utile provvidenza fu data in questo anno dal munificentissimo monarca, la quale riguardava in modo singolare la capitale del regno.
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Corsini Palermo Gervasi
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