Questa utile istituzione, per cui si raccoglievano quei ragazzi, che o orfani, o abbandonati da’ loro genitori, andavano vagando per la città, e per le campagne, e racchiudendoli in un seminario, si dava loro la dovuta coltura, non solo nei costumi, e nella religione, ma nelle arti, e nelle scienze ancora, delle quali fossero capaci, ha nella capitale una più antica epoca. [573] Fin dall’anno 1518 il vicerè conte Francesco di Castro, cui stava sempre a cuore il vantaggio della nazione, ad insinuazione di ottimi cittadini, che procuravano il bene della patria, avea ordinato, che codesti vagabondi ragazzi, della età sotto i diciotto anni, si radunassero in un determinato luogo, dove sotto la disciplina di esperti ecclesiastici, e la direzione de’ vigilanti governatori, s’istruissero ne’ doveri dell’uomo, e del cristiano, e si applicassero a quelle arti, e mestieri, a’ quali fossero più adatti. Qualunque impresa fatta dagli uomini nel suo principio, non può essere che rozza, ed imperfetta, ed ha bisogno di tempo, e di meditazione per arrivare ad una tal quale perfezione. Molti regolamenti furono dati da’ governatori di questo conservatorio in diverse età, e secondo le circostanze parecchi di essi o furono annientati, o migliorati, sino che, dopo la esperienza di due secoli e più, parve a’ medesimi che si fosse dato al medesimo collegio un sistema costante co’ regolamenti, che sotto il nome di costituzioni furono presentate, e convalidate colla autorità del principe. Da questo punto sino alla età, in cui scriviamo, per la vigilanza dei governatori, e la continova assistenza dei rettori, è questo conservatorio divenuto un luogo di educazione per il popolo, e molto ben regolato, dove i ragazzi apprendono gli ottimi costumi, la musica, e le scienze, da cui sono poi sortiti eccellenti soggetti, che hanno fatto grande onore alla patria, e per la loro morigeratezza, e per la loro virtù nelle scienze, e nelle arti, che hanno professate.
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Fin Francesco Castro
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