Mentre il re con questa grazia liberava dalla rovina la nobiltà, il duca di Laviefuille pensava a mettere cotale ordine alla negoziazione dei grani, che potesse impedire in avvenire lo eccidio delle famiglie. Perciò chiese, ed ottenne dal monarca, che si erigesse in Palermo un’assemblea, che fu detta la giunta frumentaria, che fu composta dalle persone le più pratiche intorno alla negoziazione. Dovevano costoro trovare i mezzi più opportuni, perchè si togliessero le frodi, e si risecassero gli abusi, che nella negoziazione introdotti si erano. Gli eletti membri di questa adunanza, dopo un maturo esame, fecero la loro rappresentanza, che [576] fu spedita alla corte, dove fu approvata, e con un dispaccio sovrano dei 26 di agosto fu ordinato, che con una prammatica si prescrivessero i regolamenti suggeriti dai ministri della giunta frumentaria. Fu comunicato quest’ordine al sacro consiglio ai 6 di ottobre, acciò preparasse la legge prammaticale prescritta dal re.
      Fattisi finalmente i grandi preparamenti in Palermo per le feste reali destinate per la nascita del principe ereditario, ne stabilì il vicerè il principio ai 4 di novembre, in cui festeggiavasi il nome del sovrano. Durarono queste feste fino ai 26 dello stesso mese. Furono esse così superbe, che di rado sen’erano vedute delle uguali. Furono date varie feste di ballo dal vicerè, dal pretore, dal capitano della città, e da altri nobili palermitani, si fecero diverse corse di barbari, e alcuni giuochi del toro, si videro dei fuochi artificiati, per cui il principe di Lampedusa pretore fe espressamente venire i romani artefici, che sono dei più eccellenti in Italia, e senza contare le laute cene, le fontane di vino, e le illuminazioni, fu esposta per la prima volta all’uso di Napoli al saccheggio della plebe una ricca cuccagna.