Fedele il re Carlo III a quanto avea promesso di fare col donativo ottenuto di ottanta mila scudi, ordinò che si formassero cinque reggimenti di truppe siciliane, due di cavalleria, e tre di fanteria. Furono scelti i colonnelli de’ medesimi, cioè per la cavalleria Girolamo Filangeri principe di Cutò, e Antonio Lucchesi Palli principe di Campofranco, che oggi è maresciallo di campo, ed era maggiordomo maggiore della nostra sovrana. Per la fanteria poi furono eletti Luigi Reggio, figliuolo del principe di Aci, che per i meriti del padre ottenne questo reggimento, mentre ancora era in culla, e morì in Palermo non appena compiti i sette anni, Vincenzo Moncada principe di Calvaruso, e Salvadore Branciforti, allora principe di Pietraperzia, ed ora di Butera, che ancor egli è maresciallo di campo, e godea la carica di somigliere del re nostro sovrano, ma ora occupa quella di cavallerizzo maggiore.
Accadde a’ 21 del mese di luglio di questo anno un picciolo movimento popolare in Palermo, che presto si sedò. I pescatori, che abitano nella contrada presso la porta detta de’ Greci, soleano collocare le loro barche da pescare in un seno di mare, ch’era fra i due baluardi del Tuono, e del Vega. Ora essendosi diroccato il primo di questi forti, e volendo il duca di Montalbo pretore ingrandire la marina, pensò di stendere più in là quello argine di pietra, che trattiene il mare, e che volgarmente vien chiamato banchetta ed impedì, che più vi stessero le barche pescareccie, assegnando alle medesime un altro posto sulla estremità del piano di s. Erasmo.
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