Fu molto gradita dal re Carlo III. la offerta fatta dal parlamento, e sopratutto la grazia domandatagli di confermare per un altro triennio il vicerè, la quale appalesava l’universale contentamento dei popoli per la saggia amministrazione del medesimo; e trovandosene egli ancora ben servito, gliene spedì la cedola segnata in Portici (2425) sotto il dì 16 di giugno, la quale arrivò in Palermo ai 21 dello stesso mese. Siccome però non era peranco spirato il primo triennio, giacchè era egli entrato nel possesso della carica di vicerè a’ 23 di giugno 1755, perciò egli aspettò che fosse compiuto questo termine, e destinò il dì 2 di luglio per prenderlo nuovamente. Fu questa funzione eseguita colla maggiore pompa, e la città fu lieta per tre giorni, nei quali furono fatte delle illuminazioni, e videsi la nobiltà nella più ricca gala, perchè il re si era compiaciuto di accordare la sospirata conferma. Non lasciarono in questa occasione alcuni dei nostri migliori poeti di far risonare le loro lire per questo fortunato avvenimento.
      Invase nello stato del Piemonte, e nelle provincie veneziane un epidemico male di vessica, che attaccò il bestiame bovino, e che fu chiamato cancro volante. I magistrati di sanità di Torino, e di Venezia ne avvisarono per la legge di buona corrispondenza la nostra corte, la quale con biglietto dei 26 di luglio della real segretaria ne prevenne il marchese Fogliani, affinchè vietasse nei porti della Sicilia la introduzione di codesti animali, che venissero o dal Piemonte, o dallo stato veneziano, ed anche i cuoi, che fossero trasportati da detti paesi, o da altri, che fossero sospetti di avere le bestie bovine attaccate dalla detta infezione.