A’ 6 dunque di ottobre assisosi in soglio con ai fianchi il reale infante suddetto Ferdinando alla presenza dei nostri ambasciadori, degli eletti di Napoli, e di tutto quel ministero, cesse a questo suo terzogenito solennemente i due regni delle Sicilie, dichiarandolo sovrano nei medesimi, come costa dall’atto allora letto dal marchese Bernardo Tanucci segretario di stato, e poi registrato dal protonotaro di Napoli, e reso pubblico colle stampe. Partì il nuovo re di Spagna nel dì seguente, dopo di aver concesse molte grazie (2431). Arrivata in Palermo [598] la notizia della esaltazione del nuovo re, e giunti gli ordini di ciò, che dovea farsi, il vicerè marchese Fogliani destinò tre giorni per festeggiare la esaltazione al trono delle due Sicilie del nuovo re Ferdinando III. Furono i detti giorni stabiliti nel mese di dicembre, cioè i dì 19, 20, e 21, nei quali fu prescritto che vi fosse gala, ed illuminazione, non solamente nella capitale, ma per tutto il regno ancora. Nell’ultimo poi fu cantato il Te Deum nella cattedrale, e la messa solenne, essendo il vicerè intervenuto all’uno, e all’altro religioso atto con sfarzosa gala, tenendo la solita cappella reale, alla quale assistette il senato, il sacro consiglio, e una numerosa nobiltà, rimbombando intanto le artiglierie per così fausto avvenimento.
CAPO XX.
Giovanni marchese Fogliani vicerè sotto il monarca Ferdinando III Borbone, Egidio Pietrasanta principe di Santo Pietro presidente del regno.
Lo augusto re Cattolico Carlo III nel renunziare i due regni delle Sicilie al suo terzogenito Ferdinando III, volle che i ministri, ch’egli avea eletti, continuassero nel possesso delle loro cariche fino che non fosse spirato il tempo, in cui occupar doveanle, come se non fosse negli stati, che donava, accaduto veruno cambiamento.
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