Partorì nel mese di marzo la marchesa Fogliani Sorogna un figliuolo, che rallegrò moltissimo il signor vicerè, che vedea assicurata la successione del marchese suo nipote, nato da una sua sorella. Avea egli procurato l’onore a questo bambino, di essere tenuto al fonte battesimale a nome del re Cattolico Carlo III, ed avendone dal medesimo sovrano ricevuta egli stesso la procura, eseguì nel regio palagio questa funzione nella domenica, che cadde nel dì 30 dello stesso mese, e poi resosi al quartiere, dove stava la nobile partorita, le presentò il ritratto di Carlo III, girato di grossi brillanti, che quel re le mandava in dono, che la dama molto gradì, ed appese tosto al petto: lo tenne per tutto quel giorno, e poi lo portava nelle più grandi solennità.
I nostri mari non potevano star sicuri dalle incursioni dei corsari, fin tanto che restava in loro balìa l’isola dell’Ustica, che serviva ai medesimi di ricovero nelle tempeste, e dove si appiattavano talvolta, insidiando le barche, che vi passano davvicino. Era molto tempo che si era fatto il progetto di renderla abitata, e di fortificarla, per impedire che costoro vi potessero più approdare. Appartenea quest’isola all’arcivescovo di Palermo, e già era tornata in potere del reale patrimonio, che in compenso paga alla mensa arcivescovale un annuo censo di once sessenta, quanto era il profitto, che ne traggea dall’affitto delle terre. Posseduta l’isola dalla camera reale, giunsero fin dall’anno scorso 1760 varî dispacci sovrani, coi quali si ordinava ai ministri del patrimonio, ch’essendo volontà del re che si rendesse abitabile, e munita, pensassero eglino i mezzi per animare la gente a trasferirvisi, per fissarvi la loro dimora, e per assicurare la nuova popolazione da ogni insulto, che potessero soffrire dai pirati.
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