Dopo di essersi provveduto a tutto, finalmente ai 14 di marzo di questo anno fu promulgato dal marchese Fogliani un bando, per cui, a tenore dei reali diplomi, erano i Siciliani invitati, proponendo loro dei vantaggi, e delle esenzioni, a portarsi a popolare quell’isola, dove sarebbono custoditi dalle soldatesche regie, e vi si sarebbono fatte delle fortificazioni per la loro sicurezza. Noi dobbiamo a questa provvidenza proposta dal vicerè, e ordinata dal sovrano, la libera navigazione, di cui godono principalmente i due regni di Napoli, e di Sicilia, e la restituzione del commercio, giacchè con essa si sono fatti snidare dai nostri mari questi ladroni, e assai di rado accade che i vassalli del re vengano in loro potere.
La saggia e prudente amministrazione del viceregnato, che osservava il marchese Fogliani, fu così gradita alla real corte di Napoli, e tali erano gli elogi della sua condotta, che vi arrivavano, che il re, guidato dai consiglieri di stato, che lo assistevano, divenne a confermarlo nella stessa carica. Fu la real cedola sottoscritta in Napoli al primo di luglio di questo anno (2437), e fu registrata nella officina del protonotaro al dì 25 dello stesso mese. Nel giorno seguente prese il Fogliani nel duomo il solenne possesso alla presenza del senato, del sacro consiglio, e della nobiltà. La sera poi chiamò i nobili al regio palagio, e fe loro godere una festa di [601] ballo, e trattenimenti in musica, trattandoli con lauti rinfreschi.
Avvicinavasi il tempo del parlamento ordinario, e il marchese suddetto a’ 25 di febbraio dell’anno 1762 ne stabilì l’apertura.
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