Arrivato il detto giorno fece egli agli ordini dello stato una graziosa allocuzione, e insinuò loro di somministrare al nostro re, oltre i donativi ordinarî, e quello degli ottanta mila scudi stabilito fin dall’anno 1754, un altro sussidio straordinario ne’ bisogni, in cui era il suo regio erario. La sera poi in occasione di quest’apertura, volle che la nobiltà restasse nel real palagio, dove la trattò con somma splendidezza, dandole ancora il trattenimento di musica. A’ 4 del seguente mese di marzo fu resa la risposta da’ capi del parlamento, i quali riferirono, che gli ordini dello stato riconoscenti alla bontà del re, erano divenuti a confermare i donativi ordinarî, e quello ancora degli ottantamila scudi per le truppe, e inoltre offerivano alla M.S. uno straordinario di 150 mila. Non si lasciò in questa occasione di dimandare molte grazie, fra le quali la principale fu quella della conferma di S.E., cui, e al suo cameriere maggiore, e a’ regî uffiziali furono accordati i soliti regali (2438).
      Sebbene si fosse da molto tempo stabilito di fortificare la isola dell’Ustica, purnondimeno fu ciò trascurato da’ ministri, a’ quali appartenea la sicurezza di coloro, ch’erano andati ad abitarvi. Gli Algerini profittando di questa negligenza, e sicuri di non trovare opposizioni, approdarono a’ 6 di settembre in quell’isola, e trovando gli abitanti senza difesa, ne presero quarantadue, che caddero in ischiavitù. Giunse questa trista notizia al marchese Fogliani a’ 9 di esso mese, ed udendo che quei mori trattenevansi tuttavia ivi, ordinò che le due galee di Napoli, ch’erano nel porto di Palermo, unite ad una tartana, che fe tosto armare, corressero subito in soccorso di quelli sventurati.