L’unico espediente in politica per far ritornare l’abbondanza, è quello di ricercare fuori dello stato, che soffre la fame, i grani a qualunque esorbitantissimo prezzo. Lo arrivo delle derrate procurate fuori del regno, obbliga i possessori a disseppellire le loro, e a diminuirne il prezzo per non perderle.
Ciò appunto accadde in Sicilia in questo anno; al primo avviso della meta stabilita dal governo, sparvero via quei pochi frumenti, che vi erano, e crebbe tosto la carestia. Fu agevole d’indovinarne il perchè; cioè che i possessori, per non essere obbligati a venderli a’ prezzi prescritti dal governo, li aveano nascosti. Per farli dissotterrare furono destinati quattro ministri delegati, a’ quali furono accordate delle soldatesche, e della sbirraglia, affinchè fatta indagine de’ grani occultati, obbligassero colla forza i padroni a cavarli da’ luoghi, dove li aveano nascosti, e a venderli al prezzo fissato. Fu inoltre eletto Agesilao Bonanno, duca di Castellana per vicario generale del regno, con le necessarie facoltà, acciocchè provvedesse a’ bisogni di tutte le università, così per il nudrimento degli abitanti, come per le sementi, il quale partì da Palermo a’ 28 di settembre, menando seco alcuni soldati di cavalleria, una compagnia di campagna, e tutti gli uffiziali necessarî alla sua corte, ed anche il carnefice, per gastigare, giusta l’autorità, che gli era stata data, i contraventori. Siccome poi poteano nascere alla giornata delle difficoltà, per le quali facea di mestieri di consultare il governo, il vicerè per poter dare le risposte precise, e sollecite, istituì una così detta giunta frumentaria composta da varî cavalieri pratici, e da diversi ministri, col consiglio de’ quali regolava ogni cosa.
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