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      La religione di Malta ancora usava questa necessaria pirateria. In tempo di fame non è più delitto il fare delle rappresaglie, e il mettere le mani sulla robba altrui, per evitare la morte. A tanti guai aggiungeasi l’altro, che l’Inghilterra avea vietata la estrazione de’ frumenti da’ suoi regni, in guisa che non speravasi aiuto, che dal solo levante, i di cui grani erano di pessima condizione, e di cattivo odore.
      Ma se il regno in tutte le città, e terre [605] soffriva queste angustie, la città di Palermo trovavasi assai più afflitta. Non può immaginarsi quanto alla giornata crescesse il consumo del pane. Ecco la fedele relazione dei grani, che in essa capitale servirono per la così detta panizazione ne’ mesi di febbraio, marzo, aprile, e maggio di quest’anno, estratta da’ registri del senato.
      Febbraio salme 6100.
      Marzo – 8500.
      Aprile – 8100.
      Maggio – 7000.
      Varie cagioni concorsero a codesto eccessivo consumo. La prima nasce da una costante osservazione, che cresce lo appetito in ragion diretta della scarsezza, forse perchè l’abbondanza apporta nausea, e la privazione eccita il desiderio. La seconda, perchè taluni si provvedeano di pane più, che non richiedea il loro bisogno, temendo sempre che un dì, o un altro non mancasse loro. La terza, perchè nonostante lo sfratto dato ai forestieri, arrivavano tuttavia giornalmente sotto varî pretesti molte genti in città, e n’era perciò cresciuta considerabilmente la popolazione. Ma la cagione più grande era il peso del pane, che il senato nelle presenti circostanze non volle punto alterare, e lo mantenne sul piede di un rotolo, un oncia, ed una quarta, quanto era prima.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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