Le sollecitudini del marchese Fogliani, perchè si preservasse il regno dal pericolo della carestia, e le abbondanti limosine, ch’ei profuse in vantaggio de’ meschini, gli ottennero il grazioso nome di padre de’ poveri. Il senato di Palermo riconoscente a’ vantaggi riportati dalla indefessa vigilanza di questo infaticabile governante, gli eresse nella casa senatoria un medaglione di marmo, rappresentante il di lui busto, opera dello industre scarpello del famigerato palermitano scultore Ignazio Marabitti, che fu collocato nella seconda anticamera, collo stemma gentilizio ornato di trofei militari della famiglia Fogliani di Aragona, sotto del quale stava la seguente iscrizione:
D. O. M.
Joanni. Fogliani. AragonioProregi
Pauperum. PatriS. P. Q. P. posuit
Anno 1764 (2448).
Fu in questo anno confermato questo cavaliere nel viceregnato di Sicilia per la terza volta. Era egli caro al sovrano non meno, che a’ Siciliani, e perciò desideravano questi ch’ei continuasse a governarli, e il re era contento che proseguisse in questo posto. Abbiamo di particolare in detta terza conferma, ch’ei non esibì la cedola reale, che forse non gli fu spedita, ma un viglietto dei 3 settembre dell’anno 1763 della segreteria di stato, ch’egli comunicò con un suo dispaccio de’ 5 giugno di questo anno al protonotaro, che in forza di essa lettera della corte gli diede il solito possesso, e fe registrare la medesima nella sua officina (2449).
La carestia, che si era sofferta in questo anno, era stata sorgente di molti furti.
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