Mancavano i due principali, Testalonga, e Romano, [610] intorno a’ quali grandi erano le angustie del vicario generale, che non credea di adempire con onore la sua incombenza, se non veniva a capo di avere ancora questi nelle mani. Finalmente la fortuna secondò i suoi desiderî. Erano eglino nascosti in una delle grotte del lago di Castrogiovanni in compagnia di tre altri loro compagni (2453), ed a’ 18 di febbraio di questo anno furono scoperti, e presi. Ne diede tosto il principe della Trabia lo avviso al marchese Fogliani, che ne restò oltre modo lieto, vedendo il regno gia libero da ladronecci, e restituito nella sua sicurtà lo interno commercio. Le teste di costoro, che furono impiccati a Mussumeli, arrivarono in Palermo a’ 9 di marzo, e nel giorno seguente furono condotte pubblicamente per la città, e poi mandate nelle terre, dove erano nati (2454).
      Amava assaissimo il marchese Fogliani di tenere la città allegra, che deve essere uno degli oggetti favoriti de’ governanti, molto conferendo alla tranquillità, quando il popolo è trattenuto in feste. Era egli il primo ad animare gli altri, e vi contribuiva co’ divertimenti, ch’egli stesso dava a proprie sue spese. Il carnovale di questo anno, mercè le di lui insinuazioni, fu briosissimo. Frequenti erano le feste pubbliche di ballo nel teatro di s. Lucia, dove egli si portava ogni sera, intrattenendo con laute cene la nobiltà, e dove fu veduta ben due volte una contradanza di dame, e di cavalieri, che rappresentava il trionfo di amore, i di cui attori prima aveano rallegrato il popolo nella spaziosa strada di Toledo, comparendo su di un magnifico carro, e buttando abbondantemente delle confetture.