Il ministro destinato dal marchese Fogliani, che facesse le veci del delegato della giurisdizione, fu il di lui consultore Diodato Targianni (2471).
Siccome questo vicerè cercava tutte le occasioni per rallegrare la nobiltà, e appalesare la sua splendidezza, così sulla fine del mese di agosto se gliene presentò una nello arrivo in Palermo di Stefano Regio principe di Aci. Questo benemerito cittadino palermitano, dopo di aver servito il re Carlo III in varie militari spedizioni, e nell’ambasceria alla real corte di Spagna, ed essere stato poi destinato per uno dei reggenti nella minore età del nostro sovrano, col comando generale di tutti gli eserciti di S.M., fatto maggiore il monarca, ed avendo tolto moglie, chiese al medesimo di venire alla sua patria, dove poi fu generale delle armi del regno, posto, ch’era vacato per la morte del principe di Santo Pietro (2472). Volle adunque il marchese Fogliani onorare questo cavaliere con una magnifica festa di ballo, che diede in contemplazione di esso nella sua villa alle Terre Rosse; e per renderla più splendida, volle, che dalla porta di Macqueda fino alla sua casina fosse la strada illuminata a giorno, con piramidi piene di lumicini, e con fanali, quale spettacolo per la sua novità piacque assaissimo, ed attrasse uno stragrande numero di spettatori.
Lo stato miserabile, in cui ritrovavasi l’azienda del senato angustiava l’animo del vicerè, il quale vi avrebbe voluto dare i ripari necessarî, che inutilmente si erano fin allora pensati.
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