Riparò ancora in questo istesso mese ad un disordine, che potea nascere facilmente. Erano i cittadini nel costante possesso di andare a caccia nelle campagne presso a Palermo, purchè non entrassero ne’ luoghi coltivati. Molti nobili, che godevano ancor essi di questo esercizio, tenendo nelle terre da essi possedute de’ guardiani armati, impedivano, che alcuno vi entrasse, quantunque nè fossero cinte di muraglie, nè poste a coltivazione. Irritati i cacciatori, che la nobiltà si arrogasse un diritto che non avea, e che fosse loro tolta la libertà di potere andare a caccia, ricorsero al marchese Fogliani, il quale conoscendo la ragionevolezza della loro dimanda, e prevedendo lo scompiglio, che nascer potea, se si sostenea la usurpazione de’ nobili, con un suo proclama dei 16 del medesimo mese dichiarò, che potesse ognuno liberamente cacciare ne’ luoghi del territorio di Palermo, che non fossero cinti di muraglie, eccetto gli orti, i giardini, e le terre seminate (2476).
Essendo morto il pontefice Clemente XIII, ed avendo il collegio de’ cardinali eletto il cardinal Lorenzo Ganganelli, minore conventuale, i frati del suo ordine celebrarono un triduo per la esaltazione di questo loro confratello, che avea preso il nome di Clemente, che fu il quartodecimo fra’ papi, che così si chiamarono, ed invitarono l’accademia degli Ereini nella loro chiesa, e poi quella del Buongusto, per celebrare le lodi di questo nuovo papa. Il marchese Fogliani, per addimostrare la sua devozione alla santa sede vi tenne cappella reale nel primo giorno, e volle essere presente alla orazione encomiastica, che recitò l’autore di questa storia, e a’ poetici componimenti, che vi lessero i pastori de’ monti Erei.
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