Fu di mestieri di usare la possibile dolcezza, affine di evitare una sollevazione. Durò questa esazione fino all’anno 1771, avendo la deputazione usate ora le minaccie, ora le dolci maniere. Pagarono solo coloro, ch’ebbero la volontà di soccorrere la patria, e gli ostinati si liberarono da questa tassa. Fatto il calcolo di quanto si era esatto, appena montava a venti mila scudi. Ecco come i progetti, che si credono utili, nella esecuzione riescono per lo più infruttuosi, e delle volte dannosi. L’unico vantaggio, che si trasse da questa deputazione, fu, che applicandosi essa ad [624] allontanare i maggiori disastri del senato, venne a capo di dare i partiti del macello della carne, e dell’olio, per li quali restò la capitale provista.
Mentre il marchese Fogliani era intento co’ deputati a sanare le piaghe del senato, fu varata a mare la galea, che si era cominciata a fabbricare a’ 18 di dicembre dello scorso anno. Si fe questa funzione a’ 18 di agosto, e v’intervenne detto governante con molta nobiltà di dame, e di cavalieri, che vollero essere presenti a tale spettacolo. Era questo legno della lunghezza di novanta palmi, e fu lanciato nelle acque con molta destrezza da’ fabbri, e da’ marinari adoprati a questo effetto.
A’ 19 di gennaro dell’anno 1771 fu spedita al vicerè marchese Fogliani una regia prammatica, pubblicata in Napoli due anni prima, con ordine di promulgarla, e di farla eseguire nel nostro regno di Sicilia. Riguardava questa i nuovi acquisti delle chiese, e fu detta la legge di ammortizazione.
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