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      Terminarono queste feste con un’altra cappella reale tenutasi alla cattedrale, e con le salve dell’artiglieria di tutte le fortezze regie, ed urbane. Volle inoltre questo magnifico viceregnante accrescere la comune allegrezza, dando a sue spese, duranti questi giorni di giubilo, due superbe feste, l’una nel terrazzo del principe di Butera alla marina per la nobiltà, che fu trattata lautamente con rinfreschi, e cena; e l’altra nella casina, ch’ei tenea nella strada di Morreale, ed avea comprata dagli eredi del marchese Zati, a cui, oltre i nobili, invitò tutto il popolo ancora, purchè vi venisse in maschera, o in abiti decenti.
      Questa pubblica festa di ballo, che fu data agli 11 di agosto, merita di essere [628] brevemente descritta, giacchè e per la sua novità, e per la splendidezza, con cui furon trattati la nobiltà, e il numeroso popolo, riuscì bellissima. Dalla porta nuova sino alla mentovata casina, quanto è dire per il lungo spazio di ben due miglia, trovossi l’ampia strada di Morreale adornata di piramidi, o obelischi, carichi di lucernuzze ad olio. Le nobili fontane, che di tratto in tratto sgorgavano limpidissime, ed abbondanti acque, erano abbellite con diverse lumiere. Questa strada così parata servì di passeggio alle numerose carrozze, che vi concorsero, finchè durò il giorno. Giunta la notte poi fu illuminata, e divenne un colpo di occhio, che incantava. Arrivati coloro, che andavano a questa festa, alla villa del vicerè, vi trovarono il giardino vastissimo illuminato così vagamente, che ne restarono rapiti.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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