Era questo il luogo del pubblico ballo, nel quale furono destinate varie piazze per ballare, essendovisi distribuiti in ciascheduna di esse numerosi sonatori. Attorno a questo vasto giardino eranvi a quando a quando collocate delle casette, in guisa di botteghe, dalle quali si somministravano gratuitamente al popolo, dove gelati, dove vini, e rosolini, dove melloni, e dove de’ pasticci. Per le dame poi, e i cavalieri, che furono trattati con isquisiti rinfreschi, e con cena, erano destinate tre piazze di ballo, due in casotti a pian terreno, e presso la casina, ch’erano illuminati a cera, e la terza nel camerone della stessa abitazione. Il vicerè andava visitando, ora il giardino, ora i casotti della nobiltà, animando tutti a divertirsi, e invigilando che fossero ben serviti (2491). Nè di ciò contento volle anche l’ultima sera de’ 14 tenere alla nobiltà una terza festa di ballo nella galleria del real palagio.
La raccolta di questo anno era caduta malamente, e perciò non istimò il marchese Fogliani di aprire la tratta, malgrado le istanze de’ possessori de’ frumenti, che bramerebbono che stasse sempre aperta, per trarne un maggiore lucro. Ma l’occhio vigile di chi governa deve curare il bene del tutto, quantunque grande sia il discapito de’ privati. Intanto su’ primi di settembre comparve un prodigioso numero di barche inglesi, olandesi, spagnuole, e francesi, che sotto la lusinga che potesse la tratta aprirsi, erano venute a caricar grani. Lo arrivo di questi legni diè campo a’ possessori di mormorare, lagnandosi contro di quelli, che mossi da un timore panico, suggerivano che i frumenti raccolti non erano bastanti per alimento degli abitanti, e per le semente, facendo arrestare il corso a questo commercio, che è de’ principali in Sicilia, e privando il regio erario di somme ingenti, che avrebbe ricavate dalle tratte.
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Fogliani Sicilia
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