Ogni novità è capace di arrestare il volubile popolo. Essendo stato assunto alla sublime carica di gran maestro della religione gerosolimitana, dopo la morte di F. Emanuele Pinto, il balio F. Francesco Ximenes, ne diede conto, come è costume, al vicerè, mandandogli uno ambasciadore per salutarlo in suo nome. Fu eletto a questa onorifica carica il cavaliere F. Luigi Requesens, e Branciforti, fratello dell’odierno principe della Pantellaria, cavaliere palermitano, il quale nel dì 30 dello stesso mese, consacrato al nome del nostro grazioso sovrano Ferdinando III, fece la pubblica entrata, e si recò con nobil treno al palagio reale, accompagnato dalla primaria nobiltà, per eseguire la sua commissione con sua eccellenza il marchese Fogliani. La sera di questa festiva giornata eravi, per la ricorrenza del nome del re, la solita veglia con musica, e balli nella galleria del regio palagio: il marchese Fogliani volle accrescerne la solennità, dando a sue spese alla nobiltà una lauta cena e la mattina del giorno seguente, ultimo del mese, trattò con uno splendido pranzo il detto ambasciadore, ed i cavalieri dell’ordine, essendovi stata anche chiamata molta nobiltà del paese. La sera dello stesso giorno il novello ambasciadore invitò il marchese Fogliani sopra la sua galea, dove tenne una festa di ballo al medesimo governante, e a tutta la nobiltà, che terminò con una superba cena. Altri pranzi più ristretti furono dati dal medesimo cavaliere Requesens, e dal cavaliere Riario, capitano della seconda galea, durante il tempo della loro dimora.
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