Finalmente il principe della Pantellaria allor vivente, padre dello ambasciadore, volle ancora festeggiare in casa sua lo arrivo, e l’ambasceria del figliuolo, tenendo una serata con balli, e musica al vicerè, e alla nobiltà, che fe servire con copiosi rinfreschi.
      Partite le galee di Malta agli 11 di giugno, tornò il popolo a delirare per la scarsezza, che regnava nella città, e per la esorbitanza de’ prezzi di tutte le cose (2493). Si ripigliarono i [630] primi discorsi, si convenne che la origine di tanti mali erano coloro, che doveano badare all’annona, i quali o per trascuraggine, o perchè traggevano del denaro dai venditori, o perchè erano a parte de’ profitti di costoro, non invigilavano al bene del pubblico; e inoltre il governo, che lasciava correre questi disordini senza ripararli. Si era sparsa una sorda voce, che i malcontenti si erano determinati di fare mano bassa sopra il senato, e la nobiltà, che nel dì 15 di luglio dovea radunarsi col vicerè nel palagio della città, ad oggetto di godere della processione. Ma questo strano pensamento, vero, o falso che fosse, svanì, qualora si accorsero i popolari della sensibile mutazione accaduta nel rinnovarsi quel magistrato, dalla quale non era da aspettarsi, che una ottima amministrazione.
      Era stato eletto alla sublime carica di pretore Cesare Gaetani, principe del Cassero, cavaliere, in cui concorrevano tutte le qualità, che si ricercavano per bene amministrare l’annona della città. Era egli senza debiti (2494), disinteressato, e generoso; il di lui carattere era severo, ed inflessibile; nè avea considerazione per alcuno, quando si trattava di adempiere i proprî doveri (2495). Amava egli sopratutto di farsi onore nelle cariche, che sostenea, e di mostrare costantemente uno spirito patrio.