Il marchese Fogliani, che n’ebbe lo avviso a’ 31 di luglio, ordinò con suo dispaccio de’ 4 agosto, che si festeggiasse questo avvenimento con tre giorni di gala, ed illuminazioni, e nell’ultimo dì tenne cappella reale nel duomo, dove [631] se ne resero a Dio le dovute grazie. Fu in questa occasione dal medesimo marchese Fogliani accordata la grazia della vita ad una donna, rea di parricidio, avendo uccisa la propria sorella.
Le speranze di una ottima amministrazione, che aveano concepite i cittadini palermitani, vedendosi abbondevolmente provveduti di viveri di ottima qualità dalle cure indefesse di così attento magistrato, sparirono in capo a poco, come un baleno. Non appena era scorso un mese dal suo possesso, che il principe del Cassero, il quale trovavasi alla testa del senato, cominciò ad infermarsi con male di calcolo, e impedimento di urina. Varî furono i pareri de’ medici adoprati per questo grave morbo: chi opinava ch’era pietra, e facea di mestieri che lo ammalato succumbesse alla operazione del taglio; altri, fatte le dovute indagini, protestava di non tastarla, ed era di avviso ch’era vana cosa lo esporlo a questa dolorosa squarciatura. Mentre vi era fra’ medici questa disparità di voti, il marchese Fogliani, che avea una grande opinione del principe del Cassero, venne a visitarlo, e introdottosi il discorso intorno al taglio, veggendo lo infermo più presto disposto a sostenerlo, per liberarsi dagli acutissimi dolori, da’ quali sentivasi tormentato, lo animò a risolversi, e gl’insinuò di avvalersi del sig.
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