Dal dì 11 fino a’ 17 di questo mese il pretore continuò nel pericoloso male, peggiorando di ora in ora, e il popolo in questi giorni, sotto il pretesto di ottenergli la grazia della sanità, pose in iscompiglio tutta la capitale. Si suscitarono i collegî degli artisti, i servidori, i cocchieri, i ragazzi a fare delle processioni di penitenza, per ottenere la salute al principe del Cassero: si trasportarono alla piazza della corte tutti i simulacri della vergine, e de’ santi, violentandoli, secondo la sciocca loro maniera di pensare, a sanare il loro padre, e proverbiandoli, perchè nol faceano. Le botteghe de’ ceraiuoli furono spogliate, sotto il pretesto di accenderne i torchî innanzi le loro immagini; e per le vie della città non si vedeano che storme di gente, che correa frenetica, menando ora un simulacro, ora un quadro, e gridando: grazia, grazia. La famiglia Gaetani restava intenerita a queste dimostrazioni, che credea nate da una affezione, che avesse il popolo verso il pretore; il governo tollerava questa strana divozione; e lo arcivescovo, quantunque conoscesse ch’era stravagante, pur la soffriva. Ma gli uomini da senno travedevano in queste in apparenza pie opere un principio di una non lontana cospirazione, promossa con maligni suggerimenti, e col pretesto di placare la ira di Dio, da’ [632] malcontenti. Lo affare andò così oltre, che se ne avvidero coloro, che badar debbono alla quiete della città. Cercò il vicerè, cercò lo arcivescovo di darvi riparo; ma questo torrente avea rotto ogni argine, ed a stento si potè ottenere per mezzo de’ buoni cittadini, e particolarmente di Mr. Isidoro del Castillo, vicario generale, che avea fama di santità, di far ritornare i santi alle loro case, e di mettersi fine alle sediziose processioni.