La sentinella, che suole stare alla statua di Filippo IV, osservando quel sedizioso movimento, stimò suo dovere di scaricare contro di quei garzoni il suo fucile, sperando che i suoi compagni, ch’erano alla guardia del real palagio, e nel vicino quartiere, fossero accorsi alla sua difesa; ma si vide così inondato da una grandine di sassi, dei quali quei garzoncelli eransi provveduti, senza che gli altri soldati fossero comparsi in di lui aiuto (2498), che vinto si lasciò disarmare.
[633] Guadagnato il fucile della sentinella, cui stava attaccata la baionetta, appese il Maurigi alla punta di essa il pane, e seguito dai suoi compagni, e da una numerosa moltitudine di altra gente di ogni ceto, che vi si andava unendo, ritornò nel Cassero, e venne alla piazza pretoria. Allora si cominciarono ad udire le sediziose voci: Viva il re, e fuori il cattivo governo. Riuscì ad uno del consolato de’ conciapelli di trarre dalle mani del capopopolo suddetto lo schioppo, ed il pane, che fu recato al marchese di Sortino, ma un nembo di sassi atterrì costui, e i suoi compagni, e fu di mestieri per salvarsi di chiudere le porte pretoriane. Gridava nonostante la plebe, che andava di momento in momento accrescendosi, e dimandava che gli fosse restituito il fucile, ch’era divenuto il segnale della tumultuazione, minacciando di dar fuoco a quella casa, se non se le rendeva, e il marchese di Sortino, per liberarsene, glielo fe buttare dal balcone.
Quando riacquistarono il fucile, pensarono i sediziosi di accrescere il loro numero, aprendo le carceri, dove stavano serrati tanti facinorosi, che posti in libertà avrebbono sostenuta la tumultuazione, e scendendo in truppa per la stessa strada del Cassero verso la vicaria, che è il luogo delle pubbliche prigioni, e disarmando quanti incontravano per la via, a’ quali levavano la spada, si avviarono per eseguire il loro nero disegno.
| |
Filippo IV Guadagnato Maurigi Cassero Sortino Sortino Cassero
|