Questo fatto accaduto alla vicaria indusse lo arcivescovo Mr. Filangeri, e gl’inquisitori del s. Uffizio ad aprir tosto le loro carceri, e a sottrarne i rei, per non esporre i proprî palagi al saccheggio dello sfrenato popolo.
Il marchese Fogliani, che non si era giammai immaginato che il popolo di Palermo, ch’ei per lo spazio di diciotto anni avea conosciuto quieto, e ubbidiente, potesse in cotal fatta trascorrere, quando vide codesti traviamenti, pensò a custodirsi nel regio palagio, dove chiamò tutte le poche truppe, ch’erano nel quartiere, fe rivolgere contro la città i cannoni del fortino presso la porta Nuova, e fe venire nella piazza del palagio i [634] dugento cavalli, che si trovavano al castello de’ Borgognoni, che furono schierati in detta piazza fino al cantone del palagio arcivescovale.
Non si smarrì il forsennato popolo all’udire che il regio palagio era già custodito dalle truppe. Marciò egli col suo cannone, e coi suoi falconetti alla volta di porta Nuova con animo di attaccare le regie truppe. In questo stato di cose fu spedito l’ordine alle truppe svizzere di uscire dal castello (2500), e di assaltare alle spalle il popolaccio dalla parte della vicaria, e intanto si comandò alla cavalleria, che trovavasi squadronata presso lo arcivescovado, di marciare per il Cassero contro il medesimo (2501), e agli uni, e agli altri fu insinuato d’incutere timore, e di astenersi dal fare del sangue (2502). Gli svizzeri, ch’erano venuti alle spalle de’ sollevati, appena comparvero nel Cassero, che si videro respinti coi sassi dal sedizioso popolo.
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