Ma questo stesso silenzio facea tremare, e dava un giusto sospetto, che si tramassero delle notturne cabale dai malcontenti, per far scoppiare la mattina seguente più violenta la sedizione, che nel dì antecedente si era seppellita sotto le ceneri. Il marchese Fogliani stavasene nel regio palagio dove gli arrivavano le notizie di quanto accadea, e sebbene se gli palesassero alcune delle proposizioni fatte da’ sollevati, purnondimeno vuolsi, che se gli fosse sempre taciuta la principale, quanto è dire, che dimandavano ch’egli uscisse dal regno. Forse se la politica di coloro, che gli stavano a’ fianchi, ne lo avessero avvisato, egli quantunque a stento potesse crederla (2505), avrebbe pensato a mettersi in sicuro, per non esporsi a ciò, che poi gli accadde. Pure i suoi familiari gli tennero nascosta questa interessante notizia, lusingandosi apparentemente che i popolani ricreduti si fossero della loro stravagante pretenzione, e se alcuno di essi gli suggeriva di mettersi in sicuro nel castello, non assegnava altra ragione di questo consiglio, che quella di non esporsi alle insolenze di una moltitudine sfrenata, ed ubbriaca (2506). Dunque più tosto per far custodire il regio palagio, dove sono riposti tutti gli archivî, dal saccheggio della insana plebe, che perchè temesse per se stesso, pensò di guarnire di altra artiglieria i due fortini del medesimo, di chiamare le soldatesche dal castello, dove restò poi, come si è detto (2507), una sola compagnia, e di spedire de’ corrieri a Marsala, ed a Trapani, per far venire dei rinforzi di truppe, e intanto chiamati al regio palagio i cavalieri più amati, raccomandò loro che girassero la città, affine di cooperarsi ad estinguere il nato tumulto.
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Fogliani Marsala Trapani
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