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      Dietro andava la turba de’ sollevati colle armi alle mani, con due bandiere spiegate, l’una bianca, e l’altra rossa, con tamburro battente, e portando appeso ad una picca il ritratto del sovrano. Arrivata la carrozza nel principio del Cassero, e volendo il cocchiere uscire per la porta Nuova, ne fu impedito dalla insolente plebe, che volle [640] che questo governante scendesse schernito per quella strada; per la quale mille volte avea passeggiato, riverito, amato, e venerato da tutti i ceti. Non possono abbastanza esprimersi i sarcasmi, le ingiurie, i proverbî, co’ quali fu trattato, lungo quella via. Egli, il buon cavaliere, sereno in volto rispondea alle ingiurie con cortesi saluti, e solo andava ripetendo, che sentivasi innocente, nč sapea concepire, per qual ragione fosse cosě straziato da’ suoi cari Palermitani (2518). Passň la carrozza per le case del di Giorgio, e di Gazzini, dove fumavano ancora le ceneri degl’incendiati mobili, ed ebbe il dolore di sentirsi rimproverare, ch’egli era stato, colla protezione accordata a costoro, la causa della rovina di quelle famiglie.
      Arrivata la carrozza alla porta Felice, fu fermata dal feroce popolo; ne furono distaccati i cavalli, e fu egli costretto a smontare, e a salire sopra una barchetta, che trovavasi al lido, e affidato alla discrezione di sei carbonai, e colla sola compagnia di Mr. Castiglia, vicario generale, si allontanň dal lido, e andň al Molo, dove montando sopra una piccola nave catalana con bandiera francese, che per sorte trovavasi nel porto, nč avea provigione veruna, sciolse le vele, e si pose in alto mare, senza sapere dove dovesse andare.


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Storia cronologica dei vicerč luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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