Mentre la città di Palermo era sossopra, il male epidemico della sollevazione si comunicò alla vicina città di Morreale. Alcuni malcontenti morrealesi, essendosi trovati presenti alla espulsione del marchese Fogliani, immaginarono che potea loro riuscire di far lo stesso col principe di s. Vincenzo, loro governatore, e di viato ritornando alla patria, suscitarono i loro compagni, presero le armi, e nel giorno seguente 21 di settembre ne cacciarono questo bravo cavaliere colle stesse maniere, ch’erano state tenute da’ Palermitani nello espellere il vicerè. Di poi assalendo i ministri dell’annona, li obbligarono a diminuire le mete de’ viveri, e ad accrescere il peso del pane. Noi non c’intratterremo nel descrivere questa bambocceria, che fu tosto sopita dal governo, che fe ritornare il principe di s. Vincenzo a reggere quella città, e fatti catturare i capipopoli, dopo di aver loro fatto compilare il processo, ne condannò tre de’ principali alla forca nella piazza di detta città, e destinò gli altri alla galera. Si mossero di poi a rumore Montelepre, i Giardinelli, il Parco, Partenico, il palazzo Adriano, Carini, ed altre terre, alle rivoluzioni delle quali fu subito dato pronto riparo.
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CAPO XXI.
Continuazione del marchese duca Fogliani nel viceregnato. Monsignor Serafino Filangeri governante nella capitale.
Imbarcatosi la sera del dì 20 di settembre il marchese Fogliani, lo arcivescovo Mr. Serafino Filangeri montò nella sua carrozza (2519), e accompagnato dalla sfrenata moltitudine con torchî di cera, e di pece, con bandiera spiegata, e tamburro battente, tornò per la via del Cassero.
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