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      Quando il suo cocchio fu vicino alla casa arcivescovale, i cocchieri voltavano per entrarvi, ma ne furono impediti dal popolo, che li obbligò a condurre monsignore nel regio palagio. Ivi arrivato salì le scale in mezzo a quella turba furibonda, la quale collocò sopra una boffetta dell’anticamera il ritratto del re, innanzi al quale vi appose delle candele accese. A stento questo prelato ebbe il largo di ritirarsi nelle interiori camere per riposarsi, e respirare dallo spavento in cui si trovava.
      Non contenta la furibonda canaglia di ciò, che fatto avea in tutta la giornata, volle tentare di sfogare il suo odio la stessa notte contro coloro, che o erano stati benvisti dal marchese Fogliani, o aveano avuta parte nell’amministrazione del senato, contro i quali erano risoluti di prender vendetta. Perciò la detta notte una partita andò ad assediare la casa del barone Lanza, sindaco della città, che trovando vota volea incenerire, nè se ne astenne, che alle preghiere del padrone di essa, ch’era innocente. Un’altra si portò a saccheggiare quella del barone lo Guasto, il di cui gran delitto era di essere stato guardato di buon occhio dal vicerè, ne trasse tutta la roba, e la incendiò nella piazza detta di Ballarò. Una terza partita corse al palagio del principe di Comitini, e una quarta a quello del duca di Castellana, ch’erano stati pretori della città; ma le case di questi due magnati con arte, e con inganno furono salvate dal sacco, e dallo incendio (2520). Altri, ch’erano stati l’oggetto della vendetta pubblica, per ventura scapparono a questo flagello.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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