Ritornarono eglino per il Cassero, per suscitarvi la sedizione; ma non trovarono seguaci, e dalle ronde degli artisti furono in parte imprigionati, e in parte sbandati.
Affogata questa seconda sedizione, fu considerato, che non era possibile d’impedirla in appresso, se non si applicavano tanti vagabondi a qualche mestiere, che ritraendoli dall’ozio, dava loro di vivere. Furono pregati molti nobili, ch’erano in città, a chiamarli per amore della patria al loro servigio, e per quelli, che si erano allontanati, Mr. Filangeri promulgò un proclama, con cui li richiamava in città, dichiarando che sarebbono stati direttamente risponsabili al sovrano, se non si cooperavano alla tranquillità della capitale, che gli stava tanto a cuore. Furono intanto per la maggiore sicurezza di essa riposti i baluardi urbani nelle mani de’ collegi delle arti, furono fatte custodire le porte della città, e fu ordinato, che si vietasse a’ nobili, e a’ cittadini di uscirne. E per dar da vivere a tanti sfacendati, furono tassati i monasteri delle monache, e dei monaci, i conventi de’ frati, i nobili, i giureperiti, e altre persone ricche a somministrare una data somma di denaro, che fu depositata nelle mani di Mr. Gian Pietro Galletti, vescovo di Arcadiopoli, il quale la passava poi in potere di Mr. governante, che la consegnava al suo vicario Mr. Castiglia, per distribuirla a proporzione a’ bisognosi (2525).
Stavasi intanto in un grande smarrimento sul dubbio, che fosse per scoppiare una terza mozione, che avrebbe cambiato natura, e sarebbe divenuta ribellione.
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Cassero Pietro Galletti Arcadiopoli
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