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      Era fama che nel giorno seguente diciassette dello stesso mese, sulle ore sedici, al segno di un razzo, che si sarebbe sparato nella piazza Vigliena, si sarebbe sollevata la plebe, avrebbe dato prima mano al banco pubblico, indi al tesoro del monte della Pietà, e poi generalmente alle case de’ più benestanti, senza perdonare nè alle chiese, nè a’ monasteri; doveano dopo passare a fil di spada il governante, i ministri, i senatori, i nobili, e quanti non si volessero loro unire, e crearsi un re, cui aveano anche assegnati i suoi ministri, e consiglieri. Vera, o falsa che fosse questa congiura, come si è da noi descritta, egli è certo, che il governo si pose in un grande [645] allarme, e sentendo che si faceano da’ mali intenzionati delle continue combriccole in luoghi per lo più inospiti, e rimoti, pensò, che non era più il caso, che costoro godessero del generale indulto, che per altro non era stato ancora legittimamente approvato dal re, e perciò si applicò interamente ad isgombrare la città da questi malandrini, e a far loro sentire il peso tremendo della giustizia. Furono incaricati i collegi delle arti di carcerare, senza eccezione, tutti questi vagabondi, e sospetti di mal’animo contro il governo. Il giudice della gran corte criminale, Emmanuele Bottari messinese, fu quegli, che ne formò un sommario processo. Dopo molte prove, tre de’ creduti principali autori della congiura furono privatamente strozzati, e squartati nelle carceri a’ 21 di ottobre, e la mattina istessa sul fare del giorno nella piazza Vigliena, stando squadronate le truppe svizzere, fu veduto eretto un palco con un’antenna, e un legno a traverso a forma di croce, dove si trovarono tre teste di capopopoli, riputati autori della cospirazione (2526). I loro quarti furono appesi a’ quattro cantoni colla iscrizione, publica quies, secura tranquillitas: a’ piedi del palco eranvi legati ad un palo due giovanotti condannati in vita alla galea (2527). Altri poi furono o destinati al remo, o confinati ne’ castelli, ch’erano al numero di settantacinque.


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Storia cronologica dei vicerè luogotenenti e presidenti del Regno di Sicilia
di Giovanni Evangelista Di Biasi
Stamp. Oretea
1842 pagine 1481

   



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Vigliena Pietà Emmanuele Bottari Vigliena