Ebbe di poi principio l’adunanza parlamentaria nello accennato quarto giorno di luglio, in cui, senza farsi altra menzione del passato, dimandň il marchese Fogliani i soliti donativi ordinarî che i parlamentarî, rendendo dopo le tre sessioni la risposta nel dě 9 del mese (2534), di unanime consenso accordarono, offerendo anche a S.E. il dono delle once mille, e dando i regali al suo cameriere maggiore, e a’ regî uffiziali. Quattro furono le grazie dimandate da’ parlamentarî a vantaggio di tutto il regno. La prima che le strade pubbliche del regno si rendessero carrozzabili col denaro confiscato a’ rei, che frodato aveano la zecca, e colle rendite degli espulsi gesuiti; la seconda che la regia squadra delle galee, e degli sciabecchi venisse a svernare in Sicilia: la terza che le pensioni sopra i beni ecclesiastici si dassero a’ Siciliani, e la quarta che rinvivesse la grazia accordata dal re Cattolico l’anno 1740, per cui, previo un certo pagamento di once mille annuali, i prelati restavano esenti dallo spoglio, grazia, che si era rivocata l’anno 1772 per la renitenza di alcuni vescovi, che si erano negati di pagare la loro quota. Fu poi [650] implorato particolarmente il re di confermare nella giudicatura tre ministri, cioč Bottari, Costantino, e Ragusa, e il magistrato civico di Cefalů dimandň che gli fosse accordato il titolo di senato (2535). Non si stimň di dimandare la conferma del vicerč, ch’č una delle grazie, ch’č passata in costumanza di chiedersi, essendo stata nota la dichiarata volontŕ della corte di richiamarlo.
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