– Credevamo... mio marito credeva... che ce ne fossero molte; ma i nidi erano vecchi, e gli uccelli li avevano abbandonati da molto tempo.
– Tutto Davide Copperfield! – esclamò la signora Betsey. – Davide Copperfield dalla punta delle scarpe alla cima dei capelli! Chiama la casa Piano delle Cornacchie, quando non c’è una cornacchia a pagarla un occhio, e acchiappa gli uccelli sulla parola, perché vede i nidi.
– Davide Copperfield è morto – rispose mia madre – e se osate di parlarmi male di lui...
La mia povera madre ebbe qualche istante l’intenzione, credo, di piombare addosso a mia zia, la quale avrebbe potuto metterla a posto con una mano sola, anche se mia madre fosse stata in migliori condizioni di quella sera per un simile scontro. Ma quell’intenzione svanì con l’atto di levarsi dalla sedia, e mia madre risedette accasciata, e svenne.
Quand’essa rinvenne, o quando, come non è improbabile, fu fatta rinvenire dalle cure della signora Betsey, scòrse costei in piedi accanto alla finestra. Lì chiarore del crepuscolo intanto si velava, ed esse non si sarebbero potute vedere che molto confusamente senza la luce del focolare.
– Bene – disse la signora Betsey, tornando al suo posto, come se avesse contemplato per un momento il paesaggio; – e per quando aspetti...
– Ho paura – balbettò mia madre. – Non so che cosa sia... ma morrò, certamente.
– No, no, no – disse la signora Betsey. – Piglia un po’ di tè.
– Dio mio, Dio mio, credete che mi farà bene? – esclamò mia madre in tono disperato.
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