– Sì, così. «La bella vedovella».
– Stupidi sfrontati! – esclamò mia madre, ridendo e coprendosi il viso. – Che ridicoli! Non è vero? Caro Davy...
– Bene, mamma...
– Non lo dire a Peggotty: s’adirerebbe con loro. Sono terribilmente adirata con loro anch’io; ma è meglio che Peggotty non lo sappia.
Promisi, naturalmente, e ci baciammo tante e tante volte, e subito dopo mi addormentai.
A tanta distanza di tempo, mi sembra che fosse il giorno dopo che Peggotty arrischiò la strana e avventurosa proposta che m’accingo a ricordare; ma probabilmente fu due mesi dopo.
Sedevamo una sera come prima (e mia madre era fuori come prima) in compagnia della calza e della fettuccina della misura nella casettina col tetto di paglia, e del moccolo di cera, e della scatola con San Paolo sul coperchio, e del libro dei coccodrilli, quando Peggotty, dopo avermi guardato parecchie volte, aprendo la bocca come se stesse per parlare – atto che credevo fosse un principio di sbadiglio, ché diversamente mi sarei impensierito – disse in tono carezzevole:
– Caro Davy, ti piacerebbe di venir con me a Yarmouth a passare una quindicina di giorni a casa di mio fratello? Non ti pare che sia un’idea bellissima?
– È simpatico tuo fratello, Peggotty? – chiesi prudentemente.
– Sì, che è simpatico! – esclamò Peggotty, levando le braccia. – E poi c’è il mare; e le barche e i bastimenti; e i pescatori; e la spiaggia; e Cam che ti farà divertire.
Quel programma di delizie mi accese il viso, e risposi che davvero sarebbe stata una cosa magnifica.
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