Dovevamo andare su un carro di vetturale, che partiva dopo l’ora di colazione. Avrei dato qualunque somma per avere il permesso di avvolgermi la sera in una coperta e dormire col cappello e le scarpe.
Mi commuove anche ora ricordare, benché lo faccia scherzosamente, di quanta impazienza ardessi per lasciare la mia casa felice; e pensare quanto fossi lungi dal sospettare ciò che abbandonavo per sempre.
Son contento di ricordare che mentre il carro del vetturale aspettava innanzi al cancello, e mia madre vi s’indugiò per baciarmi, l’affetto riconoscente per lei e per il vecchio luogo al quale non avevo mai voltato le spalle prima, mi fece piangere. Son contento di sapere che anche mia madre piangeva, e che sentivo il cuor suo battere contro il mio.
Son contento di ricordare che quando il carro cominciò a muoversi, mia madre uscì in fretta fuor del cancello, gridando al vetturale di fermare, per potermi baciare ancora una volta. Son contento di indugiarmi sull’ardore e l’amore con cui ella mi levò al suo viso per baciarmi.
Come la lasciammo ritta sulla strada, il signor Murdstone le arrivò da presso, e parve che le facesse delle rimostranze per quella commozione. Guardavo indietro dall’apertura del carro, e mi domandavo che cosa accadesse. Anche Peggotty, che guardava dall’altro lato, non parve per nulla soddisfatta, come dimostrò il viso che riportò indietro nel carro.
Stetti a fissare Peggotty per qualche tempo, fantasticando su questa ipotesi: se avrei saputo, dato che ella fosse incaricata di perdermi come il bambino del racconto delle fate, ritrovar la via di casa seguendo i bottoni ch’essa andava disseminando per strada.
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Murdstone Peggotty Peggotty
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