Benché schiaffeggiato con la Grammatica latina, il capitano non perdeva la propria dignità. Io la perdevo; ma il capitano era un capitano e un eroe, nonostante tutte le grammatiche e tutte le lingue del mondo, vive o morte.
Questo era l’unico e costante mio conforto. Ripensandoci, riveggo ancora una bella sera estiva e i ragazzi che si rincorrono nel cimitero, mentre io, seduto sul letto, sono intento a leggere avidamente. Ogni granaio e ogni fienile del vicinato, ogni pietra della chiesa, e ogni zolla del cimitero avevano, nel mio spirito, qualche loro particolare lineamento che li associava a quei libri, come i luoghi da essi celebrati. Vidi Tom Pipes arrampicarsi sul campanile; vidi Strap, col sacco sulle spalle, sostare, innanzi al cancello, per riposarsi; e so che il commodoro Trunnion presiedeva quel suo famoso circolo col signor Pickle nella sala della birreria del nostro villaggio.
Il lettore ora comprende, come comprendo io, che cosa fossi quando giunsi al punto che ora sto per narrare. Una mattina, quando mi presentai nel salotto coi miei libri, trovai mia madre in atteggiamento fermo, e il signor Murdstone occupato a legare qualche cosa intorno alla punta d’una bacchetta – una bacchetta leggera e flessibile che cessò di legare quando entrai e soppesò e agitò in aria.
– Ti dico, Clara – disse il signor Murdstone, – anch’io fui spesso bastonato.
– Sicuro, è vero – disse la signorina Murdstone.
– Certo, mia cara Giovanna – balbettò mia madre, con timidezza. – Ma... credi che facesse bene a Edoardo?
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