Tuo affezionatissimo... P. S. Egli dice che vuole specialmente che tu sappia: Barkis ha intenzione».
Quand’ebbi promesso di accontentarlo, Barkis ricadde nel più assoluto silenzio; e io, stanco di tutte le ultime vicende, mi allungai su un sacco nel carro e m’addormentai. Dormii profondamente fino a Yarmouth, che mi parve così strana e nuova nel cortile in cui entrammo, che subito abbandonai la speranza segretamente vagheggiata di incontrarvi qualcuno della famiglia di Peggotty, forse anche la stessa Emilietta.
La diligenza era nel cortile, tutta rilucente, ma ancora senza cavalli; e in quella condizione nulla mi parve più impossibile d’un suo viaggio a Londra. Pensavo a questo e mi domandavo che ne sarebbe stato alla fine del mio baule, deposto da Barkis sul lastrico del cortile presso il palo (egli s’era diretto in fondo per far girare il carro), e anche che ne sarebbe stato alla fine di me, quando s’affacciò una donna da una finestra dove pendevano in mostra dei pezzi di carne e dei polli, e disse:
– Siete voi il signorino venuto da Blunderstone?
– Sì, signora – dissi.
– Come vi chiamate? – chiese la signora.
– Copperfield, signora – dissi.
– Non siete voi – rispose la signora. – Qui non è stato pagato il pranzo per nessuno con quel nome.
– Sarà Murdstone, signora? – dissi.
– Se siete il signorino Murdstone – disse la signora – perché avete cominciato col dire un nome diverso?
Spiegai la cosa alla signora, ed ella sonò il campanello e gridò: «Guglielmo, accompagna il signorino nella sala», dopo di che dalla cucina, al lato opposto del cortile, uscì di corsa un cameriere per accompagnarmi, e mostrò una gran sorpresa vedendo che doveva accompagnare me.
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