Pagina (94/1261)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Era una sala grande con grandi carte geografiche sulle pareti. Se le carte fossero stati veri paesi esteri e io mi fossi trovato sbalestrato in qualcuno di essi, forse non mi sarei sentito così straniero. Mi pareva, mettendomi a sedere, col berretto in una mano, sull’angolo d’una sedia accanto alla porta, di commettere una vera indiscrezione; e quando il cameriere stese una tovaglia a bella posta per me, e mise le ampolline dell’olio e dell’aceto, credo che diventassi tutto rosso per un senso di modestia.
      Egli mi portò delle costolette e dei legumi, e ne scoperchiò i piatti in maniera così energica che temei d’averlo offeso in qualche modo. Ma mi confortò molto vedergli mettere una sedia per me innanzi alla tavola e sentirgli dire con grande affabilità: «E ora avanti, piccolo gigante».
      Lo ringraziai e presi il mio posto a tavola; ma incontrai una difficoltà estrema a maneggiare il coltello e la forchetta con qualche destrezza, o a evitare di spruzzarmi di sugo, mentre egli mi stava di fronte, guardandomi e facendomi terribilmente arrossire tutte le volte che arrischiavo un’occhiata verso di lui.
      – Ecco mezza pinta di birra per voi. La volete subito?
      Lo ringraziai e gli dissi di sì. La versò da un boccale in un grosso bicchiere, e la tenne contro luce, facendola apparire bella.
      – Veramente! – egli disse. – Sembra ottima, non è vero?
      – Sembra ottima – risposi con un sorriso. Perché era per me una delizia vederlo così benigno. Era un uomo dall’occhio scintillante, dalla faccia piena di pustolette, dai capelli ritti sul cranio; e mentre, con un braccio incurvato, sollevava il bicchiere alla luce con l’altra mano, mi sembrò veramente affabile.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261