Non posso credere che io fossi una persona assai pericolosa in nessuno di quegli atteggiamenti, ma in ogni gesto che facevo, portavo sempre lo stesso avvenimento sulla schiena.
Il signor Mell non mi parlava mai molto, ma con me non si mostrava duro. Credo che, pur senza conversare, ci facessimo compagnia l’un l’altro. Dimenticavo di dire che egli a volte parlava solo, e sogghignava, e stringeva i pugni, e digrignava i denti, e si tirava i capelli senza ragione alcuna. Ma egli aveva queste caratteristiche. In principio mi spaventarono, ma presto mi ci abituai.
VI.
ALLARGO IL CERCHIO DEI MIEI CONOSCENTI
Avevo condotto quella vita per circa un mese, quando l’uomo dalla gamba di legno cominciò ad aggirarsi balzelloni per le stanze con una granata e un secchio d’acqua. Ne dedussi che si facevano i preparativi per il ricevimento del signor Creakle e degli alunni. Né m’ingannavo. Non passò molto che la granata comparve in iscuola, cacciando innanzi a sé il signor Mell e me, che per alcuni giorni ci rincantucciavamo dove meglio si poteva, andando continuamente a sbattere fra i piedi di due o tre ragazze, che s’ erano mostrate raramente prima, e allora erano sempre in mezzo alla polvere tanto che io starnutavo come se Salem House fosse tutto una gigantesca tabacchiera.
Un giorno fui informato dal signor Mell che quella sera sarebbe tornato il signor Creakle. Infatti, dopo il tè, la sera, appresi che era arrivato. Prima d’andar a letto, fui condotto al suo cospetto dall’uomo dalla gamba di legno.
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