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      L’appartamento del signor Creakle era di gran lunga superiore ai nostri per comodità. Aveva un bel pezzetto di giardino che era una delizia in confronto della nostra polverosa palestra di ricreazione, la quale era addirittura un deserto in miniatura, tanto che io pensavo che solo un cammello, o un dromedario, vi si sarebbe potuto sentire a suo agio. Mentre andavo, tremante, a presentarmi dal signor Creakle, mi sembrò perfino un’ audacia notare che il corridoio aveva un’aria quasi elegante. Ero così atterrito quando entrai, che vidi appena la signora Creakle e la signorina Creakle (c’erano entrambe nel salotto) o altro intorno, oltre il signor Creakle, un robusto signore che con un mazzo di catene d’orologio e di suggelli sul petto sedeva in una poltrona, accanto a un grosso bicchiere e a una bottiglia.
      – Così! – disse il signor Creakle. – Questo è il signorino al quale bisogna limare i denti! Voltatelo di schiena.
      L’uomo dalla gamba di legno mi voltò in modo da mostrare il cartello; e avendo dato al signor Creakle il tempo d’esaminarmi a suo agio, mi girò di fronte di nuovo, e andò a piantarsi a fianco del signor Creakle. Il volto del signor Creakle era altezzoso, e aveva gli occhietti affondati sotto la fronte solcata di grosse vene, su un naso piccolo e un mento spazioso. Egli era calvo sul cranio, e aveva certi capelli sottili, che parevano bagnati e stavano diventando grigi, spazzolati a traverso le tempie in modo che andavano dai due lati a riunirsi sulla fronte. Ma la cosa che mi fece più impressione fu che non aveva voce, e parlava quasi con un bisbiglio.


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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