O che gli costasse molto parlar così, o che la consapevolezza d’esser così fioco gli accendesse di maggior ira il viso collerico, e le grosse vene gli s’ingrossassero maggiormente, il fatto sta che, ripensandoci, non mi sorprendo di questo particolare che mi parve il suo più caratteristico.
– A noi – disse il signor Creakle. – Che avete da dirmi su questo ragazzo?
– Non c’è nulla ancora contro di lui – rispose l’uomo dalla gamba di legno. – Non vi sono state occasioni.
Ebbi l’impressione che la signora e la signorina Creakle (che guardavo allora per la prima volta e che erano entrambe sottili e calme) non fossero deluse.
– Venite qui, signorino! – disse il signor Creakle, facendomi un cenno.
– Venite qui – disse l’uomo dalla gamba di legno, ripetendo il gesto.
– Ho la fortuna di conoscere il vostro padrigno – bisbigliò il signor Creakle, afferrandomi per l’orecchio; – ed egli è una degna persona, un uomo di carattere. Egli conosce me, ed io conosco lui. E voi mi conoscete? Ehi? – disse il signor Creakle, pizzicandomi l’orecchio con feroce allegria.
– Non ancora, signore! – esclamai, indietreggiando per il dolore.
– Non ancora? Ehi? – ripeté il signor Creakle. – Ma presto mi conoscerete. Ehi?
– Presto lo conoscerete. Ehi? – ripeté l’uomo dalla gamba di legno. In appresso, potei vedere che egli in generale faceva, con la sua voce tonante, da interprete del signor Creakle ai ragazzi.
Ero veramente spaventato, e dissi che lo speravo, se gli faceva piacere. Sentivo, frattanto, scottarmi l’orecchio: me lo attanagliava con tanta forza.
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