– E quando approfittate della vostra condizione di beniamino qui, signore – continuò il signor Mell, con le labbra visibilmente tremanti – per insultare un gentiluomo...
– Un che?... E dov’è? – disse Steerforth. Qui qualcuno gridò: «Vergogna, Steerforth! È troppo!» Era Traddles, che il signor Mell fece immediatamente tacere, ordinandogli di tener la lingua a posto.
– ... per insultare uno che non è fortunato nella vita, e che non vi fece mai il benché minimo torto, signore; quando siete grande abbastanza e intelligente abbastanza per capire che non ci sono ragioni per insultarlo – disse il signor Mell, con le labbra sempre più tremanti – voi commettete una vile e ignobile azione. E ora potete sedervi o stare in piedi, come meglio vi aggrada. Copperfield, continuate.
– Piccolo Copperfield – disse Steerforth, facendosi innanzi – un momento. Ecco ciò che ho da dirvi, signor Mell, una volta per tutte. Quando vi prendete la libertà di chiamarmi vile o ignobile, o qualche cosa di simile, è bene che sappiate che non siete che un insolente pezzente. Siete sempre un pezzente, lo sapete; ma quando dite così siete un insolente pezzente.
Non son ben certo se egli stesse per avventarsi contro il signor Mell, o se il signor Mell stesse per avventarsi contro di lui, o se vi fosse una simile intenzione dall’una parte e dall’altra. Ma vidi diffondersi per tutta la scuola una rigidezza che trasformò tutti in statue di marmo, e trovai il signor Creakle in mezzo a noi, con Tungay a lato, mentre la signora e la signorina Creakle guardavano dall’ingresso spaurite.
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