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      – Mi meraviglio, Steerforth... benché la vostra sincerità vi faccia onore – disse il signor Creakle – vi onora, certo... son sorpreso, Steerforth, debbo dirvi, che voi possiate dare un simile epiteto a una persona impiegata e stipendiata a Salem House.
      Steerforth scoppiò in una piccola risata.
      – Questo non vuol dire rispondere alla mia osservazione – disse il signor Creakle. – M’attendo da voi qualche cosa di più, Steerforth.
      Se il signor Mell ai miei occhi appariva modesto di fronte al bel ragazzo, sarebbe addirittura impossibile dire come modesto apparisse al signor Creakle.
      – Ch’egli lo neghi – disse Steerforth.
      – Neghi d’essere un pezzente, Steerforth! – esclamò il signor Creakle. – Ebbene, dove va mendicando?
      – Se non è un pezzente lui, lo sarà una sua cara parente – disse Steerforth. – È la stessa cosa.
      Egli mi volse un’occhiata, e la mano del signor Mell mi carezzò pianamente sulla spalla. Una fiamma m’accese il viso e un rimorso mi punse il cuore; ma gli occhi del signor Mell erano fissati su Steerforth. Egli continuava a carezzarmi pianamente sulla spalla, ma fissava Steerforth.
      – Giacché attendete che io mi giustifichi, signor Creakle – disse Steerforth – e spieghi ciò che voglio dire... ecco che ho da dire: che sua madre vive di carità in un ospizio.
      Il signor Mell lo fissava sempre, carezzandomi pianamente sulla spalla, e si disse con un fil di voce, se ben lo intesi: «Sì, me l’ero immaginato».
      Il signor Creakle si volse al suo assistente, con un grave cipiglio e una cortesia non sincera:


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David Copperfield
di Charles Dickens
pagine 1261

   





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